Il genio impara solo da sé stesso, il talento soprattutto dagli altri (A. Schönberg). Riflessioni su un fuori classe.

Qualche giorno fa ho dato un passaggio da una località di mare a un ragazzo giovanissimo diretto all’Università Bocconi, a Milano.

Per due ore abbiamo parlato di svariati temi e, ammetto, conversare con un giovanotto brillante è stato molto divertente.

Io avevo un meeting alle 15.00 e lui lezione in Bocconi alle 14.30. Nonostante la mia guida iper-prudente, visti i rispettivi impegni, ho premuto sull’acceleratore come non capitava da anni per fare in modo che il mio passeggero arrivasse puntuale alla lezione.

Mentre guidavo Giorgio (nome di fantasia) leggeva sull’ IPad le ultime notizie in inglese del Time e le commentavamo insieme.

Perché ho intravisto in Giorgio (e ci metto la mano sul fuoco) le doti di un fuori classe?

Ecco cosa ho notato:

Giorgio racchiude in sé un mix esplosivo e avvolgente di: pensiero colto e raffinato, scioltezza e sicurezza di sé, una dose significativa di aplomb e educazione e, last but not least, una genuina e seducente forma di umiltà.

Esatto: umiltà.

Mai un cenno di arroganza, oppure un fare spocchioso da ragazzo bocconiano ricco e viziato. Mai (nelle due ore di tragitto) l’utilizzo di un linguaggio volgare e inappropriato. Mai una sbavatura nell’interazione con una donna
adulta. Tutt’altro.

Mi racconta, sebbene provenga da una famiglia molto agiata, che ha 4 lavori!?!

Sgrano gli occhi e mi faccio raccontare nei minimi dettagli di questi 4 lavori, si 4 “lavoretti” a 18 anni!!

Vediamoli insieme ed ecco cosa sciorina:
1) lavora come babysitter (Diciamoci la verità: quanti ragazzi maschi babysitter conoscete o avete conosciuto nella vostra vita?)
2 ) lavora come PR in discoteca
3) organizza e vende i tavoli in discoteca nell’area del privè
4) ha messo su una società con un suo amico che produce magliette con delle stampe particolari

Con gli occhi che brillano e che urlano passione, mi dice entusiasta che con i soldi che è riuscito a guadagnare con questi “4 lavoretti”, si è pagato le vacanze prima a Mykonos, e poi in Sardegna.

E’ opportuno precisare che la sua famiglia è più che facoltosa. Lui è vestito in maniera impeccabile e al polso indossa un magnifico Oyster Perpetual Submariner. La soddisfazione che esprime nel raccontare (e nel riconfermare a sé stesso) della sua capacità di produrre danaro ed essere autonomo, senza dover pesare sul bilancio della numerosa famiglia (sono 7 più il cane), trasuda da tutto il corpo e, ascoltandolo, non posso non condividere e complimentarmi con lui!

La gioia che comunica, già lo mette sul podio di chi ha la stoffa dell’imprenditore, o che comunque di chi ha la carica e l’energia per proiettarsi su livelli professionali per poter esercitare le sue doti di leader naturale.

Gli chiedo quando ha iniziato la Bocconi e gli faccio altre domande di rito su come ha trovato casa, con chi vive, come vive e come si è organizzato a Milano.

La Bocconi l’ha iniziata il 29 agosto e a fine settembre ha il primo esame parziale di non ricordo quale materia.

La casa l’ha trovata un’amica di sua mamma in una zona semicentrale di Milano, ben frequentata e poco distante dall’Università.

A Milano si è mosso da solo e in piena autonomia.

I genitori se ne sono ben guardati dall’essere “helicopter parents”, in altre parole quei genitori soffocanti e iper-protettivi che spianano la strada ai figli privandoli della possibilità di sbagliare e imparare.

Chapeau a loro! Voglio conoscerli.

Avendo in famiglia la colf fissa, mi dice che ha lavato per la prima volta i piatti a fine agosto. Non riuscivo a smettere di ridere… Ma ancora tanto di cappello ai genitori che gli hanno dato l’opportunità di imparare a cavarsela da solo.

La lavatrice non ha ancora imparato ad usarla e non sa quali capi sono puliti e quali no. Pare siano tutti mischiati, così ha pensato di scrivere un foglio, tipo il foglio di check dei bagni nelle strutture pubbliche, con il fine di indicare il giorno del lavaggio dei capi per poter essere consapevole e ricordarsi di quando ha fatto la lavatrice! Geniale e creativo.

Mi racconta che i genitori sono avvocati e hanno svariate mansioni in CDA, organizzazioni ONG, etc. Lui ha scelto di studiare “di proposito” economia per avere diverse sfide e per realizzare i suoi obiettivi. Sapere che cosa si vuole raggiungere a 18 anni è un punto di partenza ottimo, nonché un vero dono. Sa già che lavoro vuole fare e come raggiungerlo. Ovviamente ha scelto di studiare in inglese e metà della sua classe viene da tutto il mondo. Il network
internazionale già sa che sarà il suo portfolio di capitale umano, come pure tutte le relazioni potenziali che svilupperà in Bocconi.

Sono rimasta folgorata da questo giovane ragazzo di 18 anni che fa 4 lavori, e in auto mi legge in inglese ad alta voce, mentre guido, le ultime notizie del Time!

Purtroppo il pensiero mi è caduto su altri giovani: i NEET. I giovani che non studiano, non lavorano e che non lo cercano affatto il lavoro! Dal mio punto di vista personale, questo è un vero dramma sociale che ci pone di fronte a un problema serio culturale di cui si sente parlare davvero molto poco. Si sentono numeri, statistiche, percentuali, ma noto scarse azioni mirate volte a stimolare i giovani verso lo studio e/o il lavoro. Di certo la dipendenza dai social è un deterrente ( ma questo è un capitolo che andrebbe affrontato in un diverso spazio).

Giorgio è uno studente universitario e al contempo già coinvolto e immerso nel mondo del lavoro. È appassionato, vigoroso e instancabile. Oltre che simpaticissimo 🙂 A 18 anni non è per nulla scontato nel nostro contesto sociale italiano!

Penso a molti genitori che dicono “il tuo lavoro è lo studio”!! Come se le due cose non potessero andare di pari passo. Situazione che per altro negli Stati Uniti è normale e consente ai giovani, di pagarsi gli studi lavorando nei bar o ristoranti come camerieri ove le mance aiutano parecchio. Tale attitudine favorisce l’ingresso – spesso ostico – nel mondo del lavoro e di comprenderne più facilmente e velocemente le dinamiche complesse.

E gli adulti? Che ruolo hanno gli adulti, i genitori?

Noi tutti: che cosa facciamo per facilitare e guidare ragazzi e ragazze affinché possano sviluppare capacità imprenditoriali, senza necessariamente divenire imprenditori, ma mantenerne lo spirito nutrendo grinta, determinazione e tenacia?

Noi adulti abbiamo la responsabilità di educare i figli con l’esempio. Leading by example è un MUST.

Trovo fondamentale che i figli sin da piccoli imparino il valore del danaro e l’impegno che occorre per generarlo. Il danaro è uno strumento funzionale che ci consente di comprarci una casa, pagare il mutuo, pagare gli studi dei figli, andare in vacanza, andare a cena, pensare alla salute, etc etc. Nessuno lavora per il danaro, il danaro è semplicemente uno mezzo utile per garantirci il nostro massimo benessere. E’ opportuno evitare di fare confusione. Di certo nella gerarchia dei valori è necessario sia tra i primi 5 ma non è la leva che ci fa alzare al mattino per andare a lavorare e che ci da senso. Sono ben altri i valori che ci danno senso: ognuno di noi ha i propri.

In futuro, lo sappiamo, ci saranno sempre meno posti fissi, e si creerà sempre più fluidità nelle professioni. Negarlo a sé stessi e ai propri figli è rischioso nonché assai pericoloso.

È bene che gli adulti trasferiscano ai figli sicurezza, fiducia nelle loro capacità che hanno, oppure che possono costruire passo dopo passo. Come è pure utile trasferire loro il profondo senso del dovere e di responsabilità verso il lavoro, l’impegno e la disciplina.
Vi siete mai chiesti che tipo di esempio state dando ai vostri figli?

Ai vostri studenti? Se siete Professori

Alle vostre risorse? Se siete dei CEO

Ai colleghi più giovani?

Queste riflessioni sono per Giorgio, per tutti i ragazzi come lui ma ancor di più per coloro che cercano stimoli esterni per attivarsi concretamente verso il
Futuro che si costruisce oggi nel Presente.
Ragazzi l’energia è dentro di Voi: siate Voi a stimolare, sfidare e stupire gli adulti!
Siete il Futuro ed è da Voi che il fuoco sacro si deve sprigionare con passione, coraggio e grande fiducia in Voi stessi!
Un grazie a Giorgio (il nome è di fantasia per tutelarne la privacy).

Claudia Musicco

Senior Executive Coach & Consultant