Manager saccenti che rendono capi, colleghi e amici insofferenti. Riflessioni sui “primi della classe” in Azienda.

Manager saccenti che rendono capi, colleghi e amici insofferenti. Riflessioni sui “primi della classe” in Azienda

Il manager saccente è colui che non perde mai occasione con tono sarcastico di fare notare la sua “bravura” e, in maniera subdola, sottile e impercettibile, ti vuole fare la lezioncina!

Come abbiamo visto, in molti altri casi – per coloro che hanno letto le miei riflessioni – un manager saccente è di certo anche un bravo talento ma carente di un valore nobile come l’umiltà e la capacità di essere empatico.

Negli anni di esperienza maturati, ho notato che molto spesso manager di talento che utilizzano in maniera consapevole una comunicazione da “primo/prima della classe”, risultano inconsapevolmente inefficaci e sgradevoli. Purtroppo l’essere abile e fuoriclasse, può non coincidere con l’avere la capacità dell’intelligenza emotiva.

Cosa si intende per intelligenza emotiva? In sintesi significa avere l’abilità di “mettersi nei panni dell’altro” e comprendere a livello profondo le sue emozioni: ciò che prova in quel momento.

E’ noto che molti manager ego-riferiti e talenti narcisisti, sono spesso carenti di intelligenza emotiva che si impara in famiglia e non viene (ahimè!) insegnata in nessuna rinomata università o mentre si frequenta l’MBA!

Ultimamente va molto di moda la formazione sull’intelligenza emotiva e il web pullula di test e auto-diagnosi. In effetti la moda è data dalla consapevolezza che la capacità di ascoltare e comprendere in maniera autentica e genuina l’altro, consente di avere relazioni professionali maggiormente efficaci, un clima Aziendale disteso con meno conflitti e, last but not least, consente di aumentare la Performance di Business.

Di recente mi è capitato di ascoltare una conversazione gestita con toni pacati, un linguaggio forbito, impeccabile e molto ben articolato che celava accuse, giudizi e mostrava un Ego smisurato. Chi parlava è un Manager di ineccepibile talento che risulta assolutamente poco simpatico ai suoi colleghi, capi, risorse. Mentre ascoltavo detta conversazione, ho avuto l’intuizione di come il tono saccente e al contempo inconsapevolmente falso, mette il talento in una posizione di debolezza con molti dei suoi interlocutori che, a livello totalmente anche da parte loro inconscio, percepiscono il reale disprezzo e una qualche forma di svalutazione.

La comunicazione se non è autentica e genuina, produce effetto Tsunami.

Nel caso specifico questo Manager è in perenne conflitto con i propri capi e, dopo l’ascolto di tale episodio, sono fortemente convinta, della non consapevolezza del Manager del suo NON verbale e del boomerang che genera la sua comunicazione inefficace.

Che fare in questi casi?

Di certo avere un coach professionista ed esperto che dia feedback ad hoc sulla comunicazione e i linguaggi non verbali del corpo, è una prima soluzione.

Si può ipotizzare il “coaching on the Job”, cioè osservare dal vivo il Manager come interagisce con colleghi, capi e risorse e verificare in quali casi prevale l’approccio saccente e in quali casi l’approccio è differente e dare feedback immediato per adottare dei correttivi “nel qui e ora”.

Una terza soluzione è chiedere ai propri colleghi e amici che cosa loro pensano del suo approccio e come “vivono” la sua comunicazione. Ci vuole “coraggio” ma opportuno domandarsi e domandare agli altri come si viene percepiti.

Giusto per ricordare qualche percentuale, il messaggio che si desidera trasmettere in modo efficace arriva all’interlocutore attraverso il 95% tramite la comunicazione NON verbale e attraverso il 5% tramite il contenuto vero e proprio che si vuole trasferire.

Con tale consapevolezza è utile porre estrema attenzione alla propria comunicazione NON verbale. Nel caso specifico il tono saccente perpetuato – a livello del tutto fuori dalla consapevolezza personale – fa percepire il Manager inefficace, prevaricatore e provocatore di conflitti.

Manager di cui le Aziende vorrebbero fare volentieri a meno ma sono talenti e fanno di tutto per trattenerli scivolando in contraddizione. Ad oggi essendo cresciuta la domanda di Coaching, le Aziende sane e lungimiranti, sanno molto bene che possono rivolgersi a Consulenti professionisti che possono arginare e contenere l’esuberanza e la supponenza di quei Manager che non vedono tali loro tratti da gestire.

Suggerisco ai Manager, più o meno consapevoli di possedere tali tratti, di lasciare spazio all’umiltà e all’ascolto genuino dell’altro. Alle Aziende di investire per scuotere i Manager dalla troppa supponenza a vantaggio di un clima disteso, team produttivi, performance di Business di successo.

Claudia Musicco

Senior Executive Coach & Consultant